Complimenti a me
Quanto sono maledettamente in gamba?
Oggi lasciamo per un momento da parte tutto quello che ci aspetta.
Vogliamo smettere di dirti che il futuro sarà un’altra nuova sfida e che sarà pieno di opportunità. Perché sì, sarà così e non servono altre parole per ricordarcelo.
Vogliamo per un momento anche accantonare il concetto di resilienza? Il filo d’erba che si piega ma non si spezza è molto poetico ma siamo forse stufi di sentirci come prati al vento.
Oggi vogliamo smettere di pensare all’imminente futuro e fermarci per un attimo all’oggi.
“Quanto sono stato/a maledettamente in gamba?”. Quando tra una chiusura e un nuovo inizio pensiamo con affanno o con entusiasmo a quel che sarà, ci fermiamo mai a complimentarci con noi stessi?
Bhe, è il momento.
Insegnante, è il momento. Ti meriti i tuoi complimenti per il periodo trascorso! Non perdere questa occasione, prenditi qualche ora (giorno?) del tuo tempo per assaporare i traguardi delle tue fatiche.
Come complimentarsi con se stessi?
Ecco le nostre idee. Tutte da godersi esclusivamente in compagnia di se stessi, mi raccomando.
1. Mi dò un bella pacca sulla spalla.
Per quanto spesso venga visto come un gesto da “loser” è un azione simbolica e fa fare anche una risata tra sé e sé.
2. Mi dò un abbraccio.
Basta poco, stringersi tra le braccia fa presenti a se stessi. E’ come dirsi “Ehi, io ci sono!”.
3. Sorseggio un bicchiere del mio vino preferito.
E concediamoci questo piccolo momento di piacere che, passando dalle papille gustative, trasmette nutrimento anche al cervello e, soprattutto, riscalda il cuore.
Avanti tutta!
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Una proposta pensata per i più tenaci insegnanti non formali. Per chi è stanco di sentirsi dire “c’è un problema” oppure “ma abbiamo sempre fatto così, perché cambiare?”, per chi nel proprio lavoro educativo è alimentato dal desiderio di essere la miglior guida possibile per i propri allievi perché vuole fare la differenza nella vita di qualcun altro.
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